Il Parlamento ci riprova sui diritti delle coppie di fatto e stavolta anche di quelle omosessuali. Il Quirinale rispondendo alle sollecitazioni di alcuni parlamentari, dopo una sentenza della Corte di Cassazione sulla materia, ricorda come sia competenza del Parlamento la "regolamentazione delle situazioni che, nel loro complesso, attengono al diritto della coppia omosessuale di vivere liberamente la propria condizione".
La settimana scorsa è partito in commissione Giustizia alla Camera l'iter di una serie di proposte di legge per il riconoscimento delle unioni di fatto. Diversi i testi presentati che verranno unificati dalla presidente della commissione Giulia Bongiorno. I Radicali e la deputata del Pd Anna Paola Concia chiedono che vengano affrontate anche le loro proposte che introducono il matrimonio gay. Contemporaneamente si è mossa anche una corrente 'trasversale' dei liberali al Senato presentando un disegno di legge a firma Radicali-Repubblicani che partendo dal "riconoscimento di pari diritti ai figli naturali rispetto a quelli legittimi, introduce un registro degli accordi di unione solidale che varrà per coppie composte sia da persone dello stesso sesso che di sesso opposto". Il Quirinale ha ricordato alle sostenitrici dei diritti degli omosessuali quanto già affermato dalla Cassazione, ossia che "compete esclusivamente alla discrezionalità degli Stati prevedere o meno il matrimonio tra coppie omosessuali e, per l'effetto, valutare 'se stabilire diritti differenti tra coppie sposate e coppie dello stesso sesso che non possono contrarre matrimonio: senza che ciò costituisca una violazione del diritto al rispetto della vita privata e familiare e del divieto di ogni forma di discriminazione'", e dunque spetta "al Parlamento dare puntuale regolamentazione alle situazioni che, nel loro complesso, attengono al diritto della coppia omosessuale di vivere liberamente la propria condizione". (Thanks TN News).
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