25.8.09

societa'

In Italia leggono regolarmente libri circa cinque milioni di persone, un decimo della popolazione adulta. Nell'anno in cui i consumi sono a caduta verticale e a Milano ha chiuso la storica "Babele" (ma con lucida follia sta per riaprire), dalle librerie arrivano segnali opposti. Mentre negli Stati Uniti, Spagna, Francia (tanto per citarne alcuni) il mercato librario e' crollato oltre il 15% e non da' segni di riprendersi, nel nostro Paese c'e' stata soltanto una leggera flessione ma anche un Natale trionfale. E ad avere i maggiori consensi, oltre alle micidiali macchine da guerra dei best seller da centinaia di migliaia di copie, sono stati i saggi economici e spirituali. Feltrinelli si prepara ad aprire una libreria, nella restaurata Stazione Centrale di Milano, di 2.700 metri quadrati, altri megastore della cultura sono previsti a Genova, Napoli, Torino. Come mai? Innanzi tutto, il limitato esercito di accaniti lettori nostrani e' irriducibile, non rinuncia al libro, resiste alla concorrenza di internet e dei quotidiani con i libri allegati. Prova ne e' che le vendite nei supermercati non sono mai state una vera minaccia per le librerie importanti, autentici luoghi-rifugio per l'anima. A differenza di altri oggetti il libro identifica chi lo riceve e chi lo regala, gratificando entrambi e ad un prezzo molto contenuto. I libri sono strumenti indispensabili per capire cosa succede quando il frastuono dell'informazione televisiva, superficiale, volgare e sfacciatamente tendenziosa spinge a cercare altre fonti di informazione. Il libro lo si sceglie, la televisione ormai la si subisce.

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