12.9.09

cinema

Stefano Tummolini ha collaborato con Ferzan Ozpetek come aiuto sceneggiatore; al primo film come regista ha vinto a Venezia il premio speciale "Queer Lion" riservato ai film con tematica gay. “Un altro pianeta” realizzato con un piccolissimo budget (ovviamente si vede ma non e’ assolutamente importante) e’ solo apparente semplice, come certi film degli anni ’60, che con leggerezza e l’aria un po’ svagata mostravano vizi e difetti della societa’ italiana. L’inizio e’ duro: Salvatore cammina tra le dune della spiaggia gay di Capocotta, luogo notissimo per veloci incontri di sesso; ha tutta l’intenzione di trascorrere la giornata al mare, si muove sicuro, aria grintosa, fisico palestrato, in realta' con il cuore a pezzi per la perdita del suo compagno. Sta’ seguendo un ragazzo, lo raggiunge, hanno un rapporto sessuale rapido, senza parole, si lasciano andando in due direzioni diverse. Salvatore, piu’ sensibile di quanto appaia all’inizio, fara’ altri incontri nel corso di questa domenica di sole che piano piano diventa sempre piu’ angosciante. Ma il film ha un passo leggero; sceneggiatore esperto Stefano Tummolini alterna allegria e malinconia, momenti spassosi a momenti amari, segreti, bugie, confidenze, depressioni, chilometri di spiaggia per parlare con qualche sconosciuto; affronta il tema dell’amore omosessuale senza cadere nei soliti luoghi comuni. Una ragazza, la timida Daniela, costringera’ Salvatore, che si spaccia per poliziotto, a una sorta di autocritica sul suo modo di vivere i rapporti solo basandosi sull’attrazione fisica escludendo i sentimenti e a fare i conti con il dolore causato dalla morte del compagno.
Il film termina al tramonto con un’altra lunga passeggiata tra le dune verso un finale inaspettato. Salvatore e Daniela, in un tenero abbraccio che unisce due solitudini, si scambieranno un po’ d’amore. Domani e’ un altro giorno, diceva Rossella O’Hara.
Un altro pianeta. Stefano Tummolini. Italia.

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