Sacha Baron Cohen ha colpito di nuovo con la sua ferocia capace di distruggere molti luoghi comuni del mondo occidentale. A farne le spese questa volta è il mondo della moda e l'universo gay, ma più che prendere in giro gli omosessuali, si prende in giro il modo in cui alcune persone li vedono e, in ogni caso, ce n'è per tutti: minoranze, politici, omofobi, celebrities, giornalisti, austriaci. Come Borat anche Bruno è un emarginato, è un reporter di moda austriaco in trasferta negli USA disposto a tutto pur di avere successo e diventare più famoso di Arnold Schwarzenegger convinto che la moda sia una missione. Come nel film precedente scene "dal vero" sono mescolate a scene girate; riesce a farsi accreditare alle sfilate di Milano, creando uno scompiglio tale che l'intera troupe viene cacciata dalla polizia, entra come finto reporter in una caserma militare in Giordania, un primo tentativo di girare un incontro di wrestling in Arkansas viene bloccato dalla polizia locale. Il film è esilarante, folle e totalmente scorretto; l'interpretazione di Sacha Baron Cohen è straordinaria (complimenti anche a chi ha curato il doppiaggio). Non perdetevi i titoli di coda con un angelo gay piovuto dal cielo e Elton John che canta seduto su un uomo a carponi.
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