13.11.09

storia della fotografia di nudo maschile 30

Doveva essere piuttosto complicato posare nudi, esibire il perfetto sviluppo di pettorali e bicipiti nelle classiche posizioni da bodybuilder e non mostrare traccia di genitali. Si ricorreva ad ogni trucco per neutralizzare ogni possibile interesse sessuale. Le riviste di culturismo per lettori "straight" (eterosessuali) degli anni trenta hanno sempre cercato di mantenere un'immagine di rispettabilità, ma nonostante questi onesti propositi gli editori sono sempre stati ugualmente molto interessati a raggiungere sia il pubblico etero che quello omosessuale, la cui continua espansione, visibilità e potere d'acquisto era ormai evidente a tutti; nell'industria cinematografica, ad esempio, era nota la potentissima "lobby" omosessuale. Molti autori e molte pubblicazioni finirono con l'adottare forme espressive che, senza essere esplicite o disturbanti per il pubblico eterosessuale, erano perfettamente raccolte dai lettori gay. Quindi non mancavano mai riferimenti al mondo classico e alla mitologia con vasi, colonne, spade, oppure, se gli atleti erano in coppia, situazioni molto teatrali e davvero ambigue del genere "maestro e allievo" o "padrone e schiavo". Il nudo era tollerato se "atletico" o in qualche modo "artistico", ma mai esibito; il nudo frontale ed esplicito verra' pubblicato solo negli anni '70, esattamente a partire dal 1968 quando una rivista beefcake vinse un ricorso alla Corte Suprema ottenendo che le pubblicazioni contenenti immagini di nudo integrale maschile potessero essere vendute in edicola dopo aver dimostrato che anch'esse avevano un valore artistico.
(victor hunt, ballerino, 1935):
(leni riefensthal, 1937): (marcel rouet, bodybuilder, 1930 circa):(dona maar, fotografa e pittrice francese, 1935):(eric pedersen, bodybuilder, 1950 circa):(anonimo, 1950 circa):

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