Ora è reato dire a qualcuno che è un gay, se viene detto con l'intenzione di offendere, anche se la persona ingiuriata è effettivamente omosessuale.
I giudici della Cassazione hanno confermato la condanna inflitta ad un vigile di Ancona che aveva scritto ad un suo collega, in lizza con lui per l'incarico di comandante dei vigili urbani, che era gay, oltre ad accusarlo di aver rubato documenti dall'ufficio (insinuazione che si era rivelata infondata), ed era stato denunciato per ingiurie. L´ultima sentenza della Cassazione è un invito a usare con criterio le parole, tutela le scelte sessuali, e soprattutto ricorda che quello che conta è l´intenzione quando è chiaramente denigratoria. La prima condanna al processo di primo grado è stata confermata dalla Cassazione.
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