Prima di tutto è una bella storia d'amore, impossibile, immersa nel mondo semi-sconosciuto e piuttosto inquietante del neonazismo del nord Europa. Il film del regista danese di origini italiane Nicolo Donato (nato nel 1974) si chiama "Brotherood" (Fratellanza) ed è stato premiato al recentissimo Festival di Roma. Lars è un giovane sergente dai modi durissimi verso i soldati del suo plotone. I suoi superiori gli tolgono l'incarico per passarlo ad un lavoro impiegatizio; Lars abbandona l'esercito. E finisce per avvicinarsi al movimento neonazista danese in cerca di proseliti. Dopo aver pestato un immigrato arabo, gli viene affiancato, nel suo apprendistato, il fanatico, tatuato e violento Jimmy. I due dividono l'appartamento, e fatalmente tra loro scoppia la passione fisica, che si trasforma in amore. Il rapporto, in un gruppo che compie raid contro i gay praticamente ogni giorno, è da tenere segreto ma, alla fine, le regole ferree del gruppo avranno il sopravvento. Opera prima di Nicolo Donato, ex fotografo di moda, collaboratore del gruppo "Dogma" di Lars Von Trier, vuole dimostrare, secondo il regista, che l'amore non si può controllare; peccato, poteva avere una profondità ben diversa, non essere soltanto un "Brokeback mountain" in versione nazi.
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