storia della fotografia di nudo maschile 27
Negli anni '30 il bodybuilding si afferma a tutti i livelli sociali e, inteso quasi come una forma espressiva, entra a far parte della cultura omosessuale. Nello stesso periodo la fotografia diventa un hobby popolare, grazie a costi sempre più accessibili. Fotografia e culturismo sono un binomio inscindibile, non c'e' niente di meglio che scattare fotografie a distanza di tempo per verificare i progressi nello sviluppo muscolare di un atleta. "Culture Physique" scrive che ogni atleta dovrebbe possedere una macchina fotografica. Le riviste di cultura fisica, oltre ai soliti articoli sulla salute, gli allenamenti, lo sviluppo muscolare, le relazioni sessuali e gli "orrori" della masturbazione, danno suggerimenti su come mettersi in posa, sulla luce migliore per dare risalto a un pettorale, su cosa indossare. Argomento spinosissimo, quest'ultimo: chi sostiene come la nudità sia il "costume" ideale, chi propende per la classica e improbabile foglia di fico inchiodata esattamente lì, chi consiglia soltanto inquadrature di fianco o di schiena.
(spartan, eric pedersen, 1940 circa):(fernand dengremont, 1930 circa): I capelli dovevano essere invariabilmente corti, tollerati i baffi ma assolutamente bandita la barba e ogni altro tipo di peluria, si suggeriva di ungere leggermente il corpo per esaltare la sericità della pelle.
(pierre luton, 1930 circa): Una fotografia riuscita trasforma il culturista in un dio greco, in una icona della perfezione fisica destinata a durare nel tempo, ma ci si rende anche conto che può esaltare la sensualità e l'erotismo del suo corpo nudo, il dilemma mai risolto del bodybuilding.
(anonimo, 1930 circa): (andre' rolet, partecipo' alle Olimpiadi del 1924):(studio arax, 1940 circa):(anonimo, 1930 circa):
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