Il settimanale "Famiglia Cristiana", seguitissimo dai fedeli, risponde (pubblicando la lettera piuttosto polemica di un lettore) a chi vorrebbe anche il diritto al matrimonio per gli omosessuali. Il lettore accusa di incoerenza il giornale che, sempre pronto a correre in difesa delle minoranze, rom clandestini ecc., attacca chi vorrebbe dare uno status sociale (Pacs, Dico o Di.Do.Re, non importa) ad una grande e trascuratissima minoranza: il mondo omosessuale. Ed ecco la risposta, in parte piuttosto sorprendente: “contrariamente a quanto si tende a far credere, l’omosessualità non è una semplice variante della sessualità umana. Questo orientamento verso una persona dello stesso sesso è un limite oggettivo a costituire un matrimonio, che è tra un uomo e una donna. Un limite, di cui la persona omosessuale non ha alcuna colpa, ma che non può essere cancellato semplicisticamente per legge. In linea di principio, non è da escludere un aggiornamento del codice di diritto civile e prevedere la tutela di certi diritti delle persone omosessuali che convivono, ad esempio in ambito assistenziale per malattia e ricovero, successione nel contratto di locazione, e altri ancora. Ma siamo nell’ambito dei diritti individuali“.
Chiamiamoli come vi pare, ma i "diritti" vengono riconosciuti da Famiglia Cristiana (che spesso si è staccata dal coro delle gerarchie ecclesiastiche) come tali, quindi spettanti ad ogni individuo indipendentemente dall'orientamento sessuale. Partiamo da lì, ma partiamo.
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